Formare è aiutare i Figli e Figlie ad essere migliori dei propri Genitori.
L’argomento delle Relazioni Familiari non è e non sarà mai compiacente: è incompatibile con la sbrigativa superficialità d’uso comune.
In questa materia, quando si attraggono consensi di massa in riti collettivi, è solo perché si è scaltramente ed intelligentemente trattato l’argomento in superfice tanto da apparire profondi.
L’importante è aver illusoriamente dissertato su ciò che in realtà nessuno voleva affrontare veramente alla radice.
La nostra scelta è ben diversa.
Complementari ad ogni altra visuale e ad esse mai contrapposti, ci distanziamo da tutto ciò che non è scientificamente riconosciuto dal sistema ufficiale didattico e formativo di sistema.
Questo ci ha permesso d’essere così valutati:
2008 – Collegata al Master del Dipartimento Internazionale di Facoltà dell’Università di Pisa nell’a.a. 2008/2009, la Disciplina entra come materia didattica accademica all’interno del “Corso di Alta Specializzazione in evoluzione del legame relazionale, professionale e delle attitudini decisionali nelle transazioni di ruolo”,
2013 – Legge 04/2013: certificazione legale del titolo di Consulente Generazionale e Familiare per attività riconosciuta di Libera Professione,
2019 – Il Ministero Istruzione Università e Ricerca (MIUR) rilascia l’accreditamento didattico del Seminario “Sulle tracce di ME”,
2020 – ASL Piemonte rilascia il riconoscimento formativo ECM (crediti Educazione Continua in Medicina) come specializzazione nella relazione di cura, assistenza e aiuto in ambito di demenza.
2020 – ASL Lombardia rilascia riconoscimento formativo ECM (crediti Educazione Continua in Medicina) per i percorsi di benessere in ambito relazionale lavorativo.
2020 – La formazione in Genodiscendenza ® riceve la finanziabilità a fondo perduto di specifici percorsi da parte di alcuni Fondi Interprofessionali (Legge 388/2000).
Ecco perché ci proponiamo a chi:
«Abbiamo il diritto di pretendere che l’insegnate o l’educatore abbia imparato a conoscere e a risolvere i propri conflitti generazionali prima di iniziare l’opera pedagogica. Altrimenti gli allievi gli servono solo come un materiale più o meno adatto per scaricare su di loro le sue difficoltà personali inconsce e non risolte». Anna FREUD, Londra 1971